Andrea Robin Skinner, figlia della celebre scrittrice premio Nobel Alice Munro, ha rivelato pubblicamente di aver subito abusi sessuali dal patrigno, Gerald Fremlin, durante la sua infanzia. La scioccante rivelazione è apparsa in un articolo pubblicato sul quotidiano canadese Toronto Star, dove Skinner spiega che le violenze sono iniziate nel 1976, quando aveva solo 9 anni, e Fremlin ne aveva 50. E, nonostante avesse confidato quanto accaduto al padre biologico, Jim Munro, quest’ultimo non riferì nulla alla madre. Negli anni successivi, Fremlin ha continuato a molestare Skinner, esponendosi davanti a lei, raccontandole di altre bambine che lo attraevano e dettagli sessuali che riguardavano la madre. Gli abusi sono cessati solo quando Skinner è diventata adolescente, ma gli effetti psicologici sono stati devastanti per gli anni a seguire: la giovane donna ha sviluppato bulimia, insonnia ed emicranie.
La confidenza alla madre
All’età di 20 anni, nel 1992, Skinner ha trovato la forza di raccontare alla madre degli abusi subiti con una lettera scritta dopo che Munro le aveva parlato di un racconto in cui una ragazza era morta suicida dopo che il patrigno aveva abusato di lei: «Secondo te perché non ha detto niente a sua madre», chiese la scrittrice alla figlia. Dopo la rivelazione, la reazione di Munro fu devastante per Skinner: la scrittrice sembrò trattare la rivelazione come un’infedeltà e non prese misure significative per proteggere la figlia. «Ha reagito come temevo: l’ha presa come un atto di infedeltà. Chiamò mia sorella Sheila, le disse che stava lasciando Fremlin e decise di tornare nella sua casa a Comox, nella Columbia Britannica. Andai a trovarla lì e fui sopraffatta dal suo sentirsi ferita. Credeva che mio padre ci avesse fatto mantenere il segreto per umiliarla. Poi mi raccontò di altri bambini con cui Fremlin aveva “amicizie”, sottolineando di sentirsi tradita», scrive Skinner.
Le minacce del patrigno
Ma il dramma non finisce qui. Fremlin minacciò Munro dicendole che se si fosse rivolta alla polizia, avrebbe ucciso la figlia e avrebbe scritto lettere alla sua famiglia incolpandola per gli abusi. «Passarono gli anni», prosegue Skinner. «Mio padre continuò a pranzare con mia madre, senza mai nominarmi. Gli chiesi di quei pranzi prima che morisse e mi disse che non venivo mai citata nelle loro conversazioni. Cercai di perdonare mia madre e Fremlin e continuai a far loro visita e al resto della mia famiglia. Tornammo tutti a comportarci come se nulla fosse accaduto», racconta. Negazione durata per decenni, finché Skinner non ha iniziato la terapia. Solo allora ha acquisito una consapevolezza diversa su quanto subito, riuscendo a identificare i rapporti come veri e propri abusi.
La condanna
Negli anni, Skinner si è costruita una famiglia e, dopo aver partorito due gemelli, ha interrotto i rapporti con la madre e Fremlin. Nel 2005, all’età di ottant’anni, Fremlin è stato denunciato da Skinner. Lui si è dichiarato colpevole dell’accusa di abuso sessuale, ricevendo una condanna sospesa con due anni di libertà vigilata. Nonostante ciò, Munro è rimasta al fianco del marito fino alla sua morte nel 2013. Anno in cui ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura. Ad oggi, Skinner è un’insegnante di meditazione, specializzata in traumi infantili. «Mentre mi parlava del racconto dove la ragazza muore suicida dopo gli abusi, mi chiese: “Perché non lo ha detto a sua madre?”. […] Credo che mia madre si sia risposta da sola alla sua domanda».
Chi era Alice Munro
Alice Munro è stata una scrittrice canadese rinomata, nota principalmente per i suoi racconti brevi, che le sono valsi il Premio Nobel per la Letteratura nel 2013. Nata il 10 luglio 1931 a Wingham, Ontario, è morta lo scorso 13 maggio all’età di 92 anni dopo aver lottato per anni contro un tumore e, negli ultimi anni di vita, la demenza senile. La sua scrittura è stata acclamata per la sua capacità di esplorare con profondità e sensibilità le complessità della vita quotidiana. Le sue storie, dove la violenza è presente in molte forme, sono ambientate spesso in piccoli paesi canadesi e affrontano temi universali come l’amore, la perdita, il rimpianto e la memoria. Munro è importante non solo per la sua maestria nel racconto breve, ma anche per il modo in cui ha elevato questo genere, portandolo a nuovi livelli di riconoscimento letterario e dimostrando che la narrativa breve può essere potente e significativa tanto quanto il romanzo.
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